John E. Mack è diventato famoso in tutto il mondo per essere stato il primo psichiatra e cattedratico di Mackfama ad applicare la sua competenza agli Incontri Ravvicinati di Quarto tipo (IR4) - quelli cioè in cui le persone affermano di essere prelevate contro la loro volontà da particolari entità, e di essere trasportate a bordo di aeromobili. Mack si è occupato di moltissimi soggetti e ha cercato di collocare il fenomeno da un punto di vista clinico, fenomenologico ed evolutivo.
E' di grande importanza considerare qui i suoi interessi professionali appartenenti alla sua era pre-ufologica, perché il suo lavoro con gli IR4 ha risentito dell'impostazione professionale precedente, portandolo a sottolineare in particolar modo i messaggi relativi ai pericoli che la nostra specie - e l'intera vita del pianeta - sta correndo.

Il professor John Mack era, all'inizio degli anni '90, uno psichiatra della notissima università americana di Harvard. Il suo lavoro principale, dal decennio prima, si era svolto su un fronte pubblico assai complesso, attraverso un'organizzazione detta "Centro per la psicologia e il cambiamento sociale" (Center for Psychology and Social Change). Con la collaborazione di altre due importanti associazioni mediche (Physicians for Social Responsability e International Phisicians for the Prevention of Nuclear War), si occupava di dialogare ed educare il pubblico a riconoscere gli schemi ideologici che sottendono la minaccia continua di una guerra nucleare. Tuttavia, col trascorrere del tempo, la diminuzione di un vero pericolo nucleare comportò un cambio di passo del Centro, che cominciò a occuparsi dei pericoli ambientali, di aspetti spirituali e di conoscenze per le quali non vi era stato spazio prima. Fu in questo ambito che Mack sviluppò alcuni suoi pensieri riguardo l'importanza di riconoscere ciò che appartiene al reame dell'invisibile, e riguardo le esperienze - comprese le modalità di approccio - che si possono ottenere a quei livelli di consapevolezza.
Nel 1990, Mack cominciò a incontrare, inizialmente da scettico, le persone che riferivano di aver avuto strane esperienze con "alieni". Fu così che, tre anni più tardi, fondò il Programma di ricerca per le esperienze straordinarie (Program for Extraordinary Experience Research, conosciuto con la sigla PEER), ponendolo a fianco del Centro, sia pure senza che la connessione fra i due gruppi gli fosse veramente chiara. L'esperienza più approfondita con i soggetti IR4 lo convinse che, invece, il binomio fosse appropriato, perché le testimonianze di incontro con gli alieni riportavano alle preoccupazioni che lui stesso aveva coltivato da più di un decennio riguardo la sacralità della vita, la necessità di salvaguardare il pianeta e il raggiungimento di una coscienza spirituale.

Nelle attuali biografie, si afferma che Mack abbia valutato centinaia di casi. Egli ritiene che queste persone abbiano avuto una sorta di esperienza mistica all'interno di una specie di programma cosmico in espansione.
Mack afferma che la larga maggioranza dei soggetti IR4 appare psicologicamente solida, in salute, di forte personalità e ben collocata nel contesto sociale. Dopo aver interagito a lungo con loro, è in grado di affermare che, all'interno del fenomeno, non si verifica una forma di contagio, cioè che non si tratta un processo di gruppo, di una situazione di influenza reciproca sulla base di uno scambio di racconti fra soggetti implicati. Le persone subiscono un trauma importante in seguito alle esperienze avute con gli alieni, ma i ricordi di questi eventi comprendono anche elementi di ordine molto diverso, quali visioni di distruzione ecologica, viaggi sulle astronavi, visite a zone dell'astronave. Vi sono inoltre le strane, criptiche, telepatiche conversazioni con gli esseri alieni.
La metodologia che Mack adottò, conformemente alla sua formazione medica, era volta a escludere cause psichiatriche o psicosociali. Egli stabilì che poteva essere questo il caso in cui la normale metodologia psichiatrica/psicologica non fosse sufficiente. Perciò pensò di proporre un metodo di studio basato semplicemente sulla narrativa, focalizzandosi su ogni caso e cercando di stabilire con che tipo di costanza si presentasse il fenomeno. Fin dall'inizio, si trovò d'accordo sull'idea di acquisire dei test per studiare con maggior precisione i soggetti in questione, ma senza avere una base consistente di dati sul fenomeno gli era impossibile stabilire, nei fatti, cosa fosse meglio. Inoltre non ritenne giusto occuparsi troppo degli altri aspetti degli IR4, poiché era dell'opinione che ogni medico renda il meglio di sé nel campo che gli è specifico. Chirurghi, internisti e dermatologi possono occuparsi con più competenza degli aspetti fisici degli Incontri.

La domanda riguardo il tipo di realtà in cui avvengono gli Incontri Ravvicinati è una delle più interessanti che si sia fatto, e ha comportato l'analisi di elementi assai complessi. Molti abdotti risultano mancare, durante le esperienze, ma molti no, e Mack ritiene che non sia cosa facile stabilire in quale realtà tutto ciò avvenga: in altre parole, i fatti sembrano chiedergli di mantenere sospesa la nozione di realtà, perché la realtà in questo caso non è limitata al mondo fisico.
Mack raccontò l'esperienza di un certo numero di soggetti in un primo libro (1). In seguito, nel 1999, pubblicò "Passaport to the Cosmos", in cui esaminò i racconti IR4 avvenuti nel resto del mondo all'interno di società tradizionali. La sua conclusione rimase la stessa: una forma di intelligenza assai potente sta cercando di inserirsi nelle questioni umane e un'eventuale spiegazione interpsichica di questi eventi è da rifiutare: Mack cioè nega il fatto che il fenomeno sia solo psichico, con connessioni sconosciute tra la psiche dei soggetti coinvolti, e persiste nel vederlo collegato all'attuale crisi ecologica.
"L'idea che si tratti di fantasie è straordinariamente inverosimile, data la somiglianza e la consistenza di fatti che riguardano centinaia di persone. La fantasia è qualcosa di molto individuale e sarebbe assurdo che si esprimesse in tanti soggetti con un racconto così ripetitivo. Dobbiamo accettare il fatto che gli esseri umani possano avere molti generi di esperienze che non possono trovare collocazione nella nostra comune accezione di realtà. Qualcosa di straordinario sta dunque accadendo a queste persone. In nessun caso si è riusciti a rivelare altro che non fosse questo preciso tipo di dinamica o scopo o spiegazione. Le persone arrivano immaginando si tratti di un abuso sessuale avvenuto nella loro infanzia, ma non si rivela niente riguardo a ciò; il contrario - cioè che da una presunta esperienza con alieni si sia risaliti a un abuso infantile - non è mai avvenuto."

Gestire una serie di situazioni di questo genere significa misurarsi con ogni aspetto del fenomeno: con i bambini molto piccoli che portano una testimonianza semplice e inconfutabile; con le gravidanze che scompaiono; con le prove fisiche dell'atterraggio di astronavi (l'associazione con avvistamenti Ufo fu uno degli aspetti che lo colpirono maggiormente). Mack affermò che una delle acquisizioni più potenti del fenomeno è quella della doppia identità: vale a dire che, nel momento in cui i soggetti riescono a elaborare la parte più traumatica dei loro incontri - e di tutta la questione in generale - arrivano a sperimentare la sensazione di essere loro stessi degli alieni, come se questo fosse parte di un'altra identità, e precisamente una parte di anima perduta dell'essere umano. Perciò quanto accade li colpisce come qualsiasi altro trauma; ma ci sono molti elementi che non sono solo traumatici e che possono creare veramente una crescita straordinaria e fornire una via di trasformazione.
Mack non usò, con i suoi soggetti, l'ipnosi classica - "terra promessa" di certa ufologia - ma una lieve induzione in uno stato di non completa presenza agli stimoli esterni, cercando di far "centrare" la persona su se stessa attraverso tecniche di respirazione - di cui egli stesso è studioso e praticante. L'integrazione delle varie esperienze nella coscienza, o il ritorno da ricordi che destano ansia, venne attuata attraverso questo metodo, come pure l'allontanamento della mente del soggetto dai momenti in cui l'ansia diventava troppa ed era necessario che l'esperienza si interrompesse prima che venissero vissute memorie di troppo.
"Si chiacchiera molto nella letteratura sull'ipnosi riguardo l'ipnotizzabilità, termine che molto mal si adatta al lavoro sulle abduction. Gli accadimenti legati agli IR4 sono così vicini alla superficie della coscienza, premono così tanto per essere comunicati, che qualche volta è sufficiente che le persone si sdraino per raccontarli e riviverli. L'idea che in qualche modo si possa estrarre ricordi attraverso l'ipnosi è veramente falsa. Raramente è richiesta." Per quanto riguarda l'argomento dei falsi ricordi, Mack tiene a puntualizzare che essi non riguardano mai la parte centrale di un avvenimento: i dettagli di un fatto traumatico sono accurati e molto attendibili. E' il resto della vita che diventa distorto e confuso.

Il pensiero del professor Mack è tuttora concentrato sullo spettro altamente differenziato di esperienze che i soggetti IR4 sembrano attraversare durante i peculiari eventi che li vedono coinvolti. Mack ha fatto riferimento al libro scritto dal fisico Fred Alan Worf, "The Dreaming Universe", in cui veniva ripresa la nozione di Everett-Graham-Whealer dell' "univeso multiplo" o dell'interpretazione della realtà quantica multipla. Secondo questo Autore, questo genere di interpretazione della teoria quantica sta diventando predominante e comporta la possibilità che i sogni avvengano in uno spazio fisico ben determinato, e che perciò gli avvenimenti onirici accadano su un qualche livello che si introduce nel nostro mondo e da cui è possibile attingere dei significati.
Per quanto, secondo Mack, la teoria delle dimensioni multiple non spieghi alcunché, tuttavia permette di introdurre un senso nuovo nelle questione IR4, perché il fenomeno comunque non può essere spiegato nei termini delle quattro dimensioni che conosciamo. Benché gli "alieni" possano utilizzare tecnologie che non ci appartengono, a cui la stranezza degli IR4 potrebbe far capo, Mack non ha escluso che gli Incontri possano avvenire mediante processi di pensiero. Perciò egli ritiene che abbia senso rifarsi alle teorie di Jacques Vallée riguardo un "multiverso", un universo a dimensioni multiple (2).
"Molte questioni rimangono in sospeso. Ad esempio, quando un abdotto viene portato a vedere un bimbo ibrido, su che piano avviene questo incontro? Molti soggetti percepiscono che le esperienze avvengono in una qualche altra dimensione spazio-temporale e non in quell'ambito che noi chiamiamo realtà fisica. E se questo genere di esperienza avviene in un dominio che non capiamo, un dominio che non appartiene letteralmente al nostro mondo fisico, anche il linguaggio che viene usato per descriverlo non è congruo e il ricordo non può essere veramente espresso.
Sia la psiche che il corpo dei soggetti IR4 possono viaggiare all'interno di realtà che non dovrebbero esistere. Persone che sperimentano uno stato alterato di coscienza possono facilmente accedere a queste esperienze; ma chi ha queste esperienze sperimenta uno stato alterato di coscienza. Ciò che si mostra loro, dopo suoni e luci di qualche genere, è una sorta di schermo teatrale, su cui avvengono le cose. Non si può dichiarare che questo fenomeno sia apertamente trascendente, soprattutto se gli alieni ci trattano in qualche modo. Ma ciò comunque a noi serve per imparare a capire, come specie, che esiste qualcosa "al di là"."
Riguardo il fatto che fenomeni come quello ufologico o degli IR4 possano essere riportati all'espressione di un mito, Mack si esprime valutando che l'idea che il mito corrisponda a una fantasia costituitasi anticamente e che rimanga come traccia e come esempio-struttura delle vicende umane, ma ciò non esclude che il nucleo centrale del mito stesso abbia trovato il suo inizio in un fatto realmente avvenuto. Egli ritiene che la visione di un mito come puro fatto mentale sia una nozione tipica di una civiltà culturo-centrica.
Il mondo accademico a cui Mack appartiene non gradì affatto le sue escursioni in questi campi, ritenuti improbabili, e gli chiese, almeno, di moderare i suoi slanci verso questi soggetti e di introdurre altri ricercatori al suo fianco. Per contro, Mack ritiene che la richiesta di maggiori prove sulla veridicità dei racconti spingerebbe l'attenzione oltre il campo che lui ha ritenuto interessante esplorare, cioè il mistero del perché l'umanità sia coinvolta in questo contatto.

Fu così che nel 1999, attraverso un convegno multidisciplinare che vide coinvolti teologi, antropologi, astrofisici e filosofi, Mack cercò di porre le basi per uno studio che riguardasse tutti quei fenomeni che capitano agli esseri umani e che non possono essere replicati a piacere - ad esempio le NDE (3), oltre agli IR4 - e che ci confrontano con l'ambiguità e il paradosso. Egli sostenne l'importanza di ricongiungersi alle tradizioni delle società non tecnologiche, laddove fossero ancora disponibili nella loro interezza, per rendersi conto della collocazione che questi fenomeni hanno nel contesto umano e per capire in che modo debbano essere trattati o valutati. Benché la questione possa apparire quasi ovvia a chi ha esercitato il pensiero con una mentalità che dia per scontata la necessità di un rapporto con l'invisibile, pure il ragionevole passo del professor Mack, teso a riunificare in un più vasto campo antropologico il senso delle esperienze straordinarie, fu accolto con un senso di disagio. Si tratta di effettuare un cambio culturale, ed egli si chiede ora dove risieda la difficoltà, la resistenza nell'accettarlo e avviarlo. Impegnato nel campo delle abduction e attraversando il mondo per portare la sua e le molte testimonianze, si è reso conto che i Nativi Americani non hanno problemi con questo né l'hanno gli Africani. Persino in tutto il Brasile ha trovato meno resistenza. Si tratta infatti di culture che non hanno praticato una dicotomia tra il mondo materiale e il regno invisibile.

La corrente New Age è piena di persone che si dichiarano in contatto con gli alieni attraverso canali medianici. La difficoltà che si incontra nel trattare certe questioni sta nel fatto che non è possibile separare i casi reali da quelli falsi, non vi è metodo, perché la scienza ufficiale si è occupata soltanto di imparare a catalogare tracce fisiche. Il classico metodo scientifico è adatto a un universo interamente materiale. Invece è necessario espandere la mente, altrimenti tenteremo sempre di far entrare per forza ciò che è sconosciuto dentro le nostre teorie. Dobbiamo sforzarci di pensare a qualcosa che per noi finora non è esistito, cercando di imparare e di accrescere la conoscenza, che questo soddisfi la scienza o no.
Ciò che consideriamo "realtà" deriva dall'avere un osservatore piuttosto distaccato da ciò che sta studiando, su cui usa strumenti o i suoi sensi - e questo ci ha fornito la possibilità di catalogare e tipizzare il nostro mondo. Ma pare invece che non abbiamo un luogo ove collocare né un modo di ordinare ciò che captiamo attraverso l'uso della psiche, o ciò che apprendiamo e approfondiamo mettendoci in contatto con l'esperienza altrui, imparando e ascoltando, confrontandoci con gente diversa. Non si tratta solo di un'esperienza psicologica, eppure non fa materia a sé.
La ricerca di un "consenso" che stia dentro canoni iperrealistici sta disintegrando il senso della realtà, sicché l'ultimo baluardo positivistico è quello di dare del bugiardo ai testimoni. "Laddove lo scetticismo diventa un'opera di copertura, di insabbiamento dei fenomeni, là si pratica una politica della percezione: nulla apparirà giustificato e soddisferà chi possiede una mente simile, perché ci si scontra con un assetto di pensiero, un'ideologia, un modo di vedere il mondo che non ha stanze per questa realtà."
In effetti, la distinzione tra la realtà fisica e quella psichica potrebbe non essere così acuta come noi supponiamo. La nostra coscienza sembra comunque potersi separare dal resto.
Tornando alle tecniche di ascolto utilizzate con gli abdotti, Mack ha sottolineato come, nel processo psicoterapeutico, la realtà, la successione delle esperienze sia un processo di co-creazione - il che è tipico dei viventi. E' necessario considerare che questo lavoro non assomiglia all'estrazione di un calcolo renale, ma si tratta di ricostruire qualcosa che non ha forma, partendo da un nucleo di esperienza non spiegato, che va "lavorato", rinforzato, fino a quando non si esprima. E' un lavoro in cui si entra in connessione profonda con la persona e quindi non bisogna dimenticare che ciò che quella persona porta all'esterno è in parte una produzione adatta al "facilitatore", cioè al terapeuta, e può arrivare solo fino a dove il terapeuta è in grado di seguire il processo. In altre parole, ogni terapeuta ha "orecchio" per sottolineare e dare importanza soprattutto a certi tipi di informazione, quelli con cui ha un feeling particolare o che sono più adatti alla sua struttura personologica. Lo stesso Mack ammette di essere probabilmente più in grado di altri di ascoltare soprattutto il lato ecologico e spirituale di queste esperienze.
I colleghi che assistettero agli incontri con soggetti IR4 furono d'accordo con lui nell'esprimersi positivamente sulla realtà di un qualche loro accadimento. Inoltre il fatto che ci siano visioni di Ufo e poi IR4, e che le persone non sappiano che l'Ufo è stato visto o documentato dai media, induce una dimensione fisica in tutto ciò. Ciò però non ha comunque consentito di arrivare a conclusioni definite riguardo il "principio" che lavora in questi casi e che spesso non sembra essere particolarmente interessato a noi né essere particolarmente buono o cattivo. Semplicemente sembra agire per fermarci, in nome di un principio più vasto. "Possiamo tuttora dire che non abbiamo nessuna idea di che cosa si tratti, cosa sia questo fenomeno. Forse noi umani non possiamo affatto avere percezioni o prospettive cosmiche. Non ci siamo tanto tagliati. E questo al di là di quello che l'esperienza con gli "alieni" porta, in termini di crescita, a ognuno di noi." In realtà, Mack dichiarò di essere diventato sospettoso riguardo il messaggio che sembra essere riportato comunemente, cioè il desiderio - da parte di questi esseri - di salvare il pianeta, poiché gli era parsa una interpretazione troppo "americana".
Anch'egli descrisse i soggetti IR4 come persone che non hanno mai avuto una spinta verso un cambiamento collettivo, sociale: il loro è un profondo cambiamento spirituale, del tutto personale, che comprende la consapevolezza che ogni forma di vita, compresa la Terra, compresa ogni altra manifestazione dell'Universo conosciuto, è legata indissolubilmente alle altre. Essi acquistano una visione del fatto che noi tutti proveniamo da una fonte unica, da cui siamo stati separati, e in seguito a questa separazione abbiamo preso corpo.
Gli alieni sono meno corporei di noi, e ciò li rende in parte qualcosa che ci appartiene e in parte una sorta di emissari provenienti da Dio stesso - o come lo vogliamo chiamare. "La riunificazione con l'alieno significherebbe il recupero di una nostra interezza, di una identità più cosmica. Se ciò che sta accadendo da un punto di vista evolutivo è una riconnessione con la base dell'essere, con la Fonte universale, non possiamo aspettare che le persone, a una a una, seguano una lenta apertura psicologica. Forse è richiesto che si verifichi un fenomeno molto più intrusivo, come questo, perché la maggior parte di noi non sa riconoscere ciò che non ha un connotato fisico. C'è una fame naturale (Jung la chiamava "fame spirituale") di percepire delle reali connessioni con qualcosa al di là di ciò che materialmente ci circonda. Penso sia saggio comportarci come se il messaggio ecologico e spirituale fosse vero."
Mack ritenne un privilegio aver potuto discutere il fenomeno degli Incontri con un certo numero di fisici, la cui cosmologia in evoluzione comprende nozioni quali universi paralleli, altre dimensioni della realtà, buchi neri, olografia quantica, il vuoto quantico, energia punto-zero, velocità molto più grandi di quella della luce, e la coscienza come un'energia creativa primaria dell'universo. Secondo la sua esperienza, l'Universo contiene un'intelligenza ineffabile e immanente, e molteplici forme di vita che non possono essere conosciute con l'uso degli attuali mezzi scientifici, ma solo attraverso l'esperienza diretta. Perciò il suo impegno, in questo momento, consiste nel far evolvere una Scienza Sacra, basata sul perno centrale dell'esperienza e della conoscenza diretta. Ciò dovrebbe consentire, nelle sue intenzioni, la riunificazione di tutti i sistemi di ritorno alla "salute" sia per l'umanità che per la Terra.
"Intelligenza e connessione sono pervasivi, non solo su questo pianeta, ma in tutto l'Universo, ed esistono complesse relazioni nel cosmo, che stiamo solo cominciando ad afferrare. Sembra chiaro che l'Universo funzioni come un sistema informativo interconnesso, in cui un'azione svolta da una parte ha effetto su altre dimensioni del sistema. L'Universo è un reame intelligente, non un fatto fisico. E' un mondo in cui la coscienza è separata dal cervello. Forse c'è un certo narcisistico piacere nel pensare di essere al top nella gerarchia di un Universo senza Dio, forse questa cultura autoinflazionata e tecnologicamente orientata in cui siamo può fornire un certo genere di piacere egoistico, ma allo stesso tempo è uno stato mentale nel quale stare terribilmente falso e isolato."

 

(1) - John E. Mack - "Abduction: human encounters with aliens" - New York: Simon and Schuster, 1994
(2) - Jacques Vallée - "Passport To Magonia. From folklore to flying saucers" - Chicago: Henry Regnery Company, 1969
(3) - Near Death Experiences, ossia esperienze vicine alla morte. Si tratta delle testimonianze di persone che, clinicamente morte, hanno potuto "vedere" sia gli accadimenti avvenuti nella sala di rianimazione, sia l'ingresso di un mondo ultradimensionale.

Copyright Giulia M. d'Ambrosio, 2002

 

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