Si può parlare di uno schema tipico nell'IR 4?
Nell'esaminare gli incontri ravvicinati si riesce a rintracciare uno schema di prevalenze, ma le modalità non sono fisse. In questi anni ho ascoltato versioni molto differenti fra loro. Le uniche che appaiono avere una esecuzione più rigida sono quelle che hanno come protagonisti i Grigi, motivo per cui sembra più semplice studiare le interazioni fra la nostra razza e la loro.
Quando le persone avventurano questi contatti, che avvengono ovunque nel mondo, possono essere sole o in compagnia di un fratello, un amico, un figlio, e in genere l'episodio avviene con il calare del buio e mentre i soggetti sono affaccendati nelle questioni più diverse. Charles e Calvin, ad esempio, stavano pescando ed erano le sette di sera. Sandra, Jackie e Larry si trovavano su un'autostrada ed erano le quattro di mattina. Gusztavne invece dormiva nella sua stanza. La compiutezza del ricordo può tornare alla mente alcuni anni dopo, e i due motivi principali sono un avvistamento Ufo o il ricorso a cure mediche specialistiche a causa di disturbi soprattutto del sonno: in tali casi non è raro che, oltre ai ricordi di un incontro ravvicinato di cui si ha una sorta di coscienza, emerga anche il ricordo di molteplici altri incontri. Spesso diversi protagonisti dell'evento, interrogati separatamente, raccontano esattamente gli stessi particolari o la stessa sequenza di avvenimenti. Gli episodi sono concentrati soprattutto dagli anni '50 in poi.
Vi sono racconti di bambini di tre, otto, dieci anni accanto a ricordi di adolescenti, giovani e adulti. A volte, il contatto visivo è preceduto da una sorta di contatto telepatico, che può indurre il soggetto a ritornare verso casa.
L'avvistamento è a volte limitato a globi di luce bianca, che hanno capacità di manovre straordinarie e velocità notevole e possono far vibrare i vetri delle finestre. In genere si tratta di un oggetto volante, a volte colorato o brillante o trasparente, che scende sull'acqua, diffondendo una luce rossastra, o che si libra sopra gli alberi o che emette un fascio di luce; oppure può trattarsi di una formazione di una decina di dischi volanti che compiono evoluzioni. Altre volte si tratta dell'apparizione diretta di "persone non umane", come ebbe a dire un bimbo di otto anni (nel 1955 non esistevano certi cartoni animati che avrebbero potuto suggestionarlo), di esseri che galleggiano nell'aria o che compaiono improvvisamente nella stanza da letto, provocando un risveglio del soggetto. Spesso le persone avvertono un effetto paralizzante legato alla visione delle creature che si stanno mostrando. E' comune che i soggetti notino che non si ode più alcun rumore circostante, sia che si trovino immersi in natura sia che si trovino circondati da persone.
Le creature possono essere alte circa un metro - un metro e quaranta, o essere altissime; avere teste piccole o molto grandi, un casco trasparente, occhi molto grandi, gialli o a volte completamente neri, sproporzionati; possono avere mani con tre o quattro dita; possono essere di corporatura sottile, robusta oppure scintillante o bianco-metallica, con pelle grinzosa e rossastra oppure essere verdi o grigio perlaceo; essere glabri o con lunghi capelli d'argento; indossare una tuta rossa piuttosto che argentata, una cintura con dei raggi argentati o un emblema splendente sul petto, oppure dare l'impressione di apparire così come sono, senza alcun rivestimento artificiale. Possono lasciare il ricordo di esseri orribili, appena vagamente umanoidi, ma possono apparire come esseri perfettamente umani, alti e biondi; oppure possono avere delle spirali al posto degli elementi del viso. A volte danno l'impressione di aderire al terreno, altre volte di "scivolare", slittare.
Le creature possono essere totalmente silenziose, non fare alcun rumore o comunicare in modo telepatico, aggiungendo ai pensieri, atti a tranquillizzare i soggetti, informazioni sui luoghi di provenienza - che sono sempre identificabili astronomicamente. In un caso ungherese, comunicarono di venire da un mondo distante quindici milioni di anni-luce grazie al "cambio dimensionale".
Il trasferimento nell'aeronave può avvenire improvvisamente, come per una sorta di teletrasporto, in seguito al fatto di essere colpiti da un fascio di luce; oppure i passaggi possono essere graduali e quindi riconoscibili: le persone possono essere letteralmente afferrate e sollevate per essere portate via. L'interno dell'astronave viene di solito descritto come una grande stanza quasi vuota, comunemente di forma circolare, piena di quadranti e bottoni, di sedili, con una consolle di comando, con delle finestre.
Spessissimo le creature aliene sottopongono i soggetti a controlli medici, più o meno complessi. Le persone si trovano sdraiate su un lettino e possono essere riferite visite ed esami clinici compiuti con strane apparecchiature: quadrate, fluorescenti o palle volanti. Possono essere ricordati trasfusioni di sangue alle braccia o prelievi dalle guance o dal mento; oppure esperimenti terribili - Sandra, ad esempio, riferì la sensazione che le avessero tolto il cervello - in seguito ai quali le persone vengono addormentate. Altre volte le procedure non vengono affatto riferite come traumatiche.
A Helen, nove anni, venne impiantato uno strano apparecchio nel naso. A Harry, 8 anni, venne impiantata una sonda nei genitali, con l'ordine di non togliersela mai. Fu uno dei primi tra i cosiddetti "impianti" alieni che fu recuperato e analizzato.
Raramente i rapiti sono in grado di reagire, come successe a Travis Walton - uno degli abdotti più famosi degli ultimi 25 anni - che fece scappare gli omini brandendo un oggetto.
A volte gli alieni possono mostrare filmati di vario genere: si va da formazioni di Ufo in volo, a panorami del pianeta Terra o a vicende più complesse, come lungamente raccontato da John Mack.
Altre volte l'episodio viene completamente cancellato, e qui trovano posto i famosi "tempi mancanti" (missing time, in inglese): le persone hanno la certezza di aver iniziato l'interazione con l'oggetto volante o gli alieni a una certa ora, e quando si ritrovano in piena coscienza sono passati moltissimi minuti, fino all'intera settimana durante la quale Travis Walton scomparve dal mondo.
Dopo gli episodi, i soggetti sono assaliti da un sonno molto profondo, sia che si tratti di incontri con globi di luce che con esseri dalle forme più simili agli umani. Spesso presentano altri disturbi persistenti, come una forte irritazione agli occhi con lacrimazione, emorragie, sensazione di bruciore sul viso, braccia, spalle; disturbi psicologici; presenza sul corpo di lividi, taglietti, fori, cicatrici - alcune caratteristiche, a forma di triangolo o poste in zone tipiche. In alcuni casi l'incontro ravvicinato produce una gravidanza, salvo sparizione del feto alcune settimane dopo. Altre volte invece, come accadde a un uomo di El Salvador, le persone si accorgono di essere state guarite da malattie, ad esempio da una infiammazione cervicale cronica. In casa possono persistere strani fenomeni, come l'arresto improvviso di apparecchi elettrici, globi di luce o esseri che si materializzano.
Altre volte invece le persone scompaiono e basta. Così accadde al pilota Frederick Valentich, in volo tra la Tasmania e l'Australia nel 1978, dopo aver segnalato alla torre di controllo di essere marcato stretto da un oggetto oblungo, emanante una luce verde che stava bloccando il suo motore. Nulla fu trovato, né di lui né del velivolo.
(grazie ad Alfredo Lissoni per aver catalogato e reso pubblici i moltissimi casi)

Come si svolge un IR4 nelle esperienze veicolate dai Grigi?
Quando le persone cominciano a ricordare gli episodi di incontro con questi alieni, immancabilmente si presentano immagini che risalgono all'infanzia. I primi ricordi chiari si riferiscono a età tra i nove e i dodici anni (più precoci nelle ragazzine), e appaiono accoppiati a spezzoni brevissimi riferibili invece all'età adulta.
Le immagini riportate che si riferiscono all'età di passaggio (cioè anteriori all'adolescenza) sono ben integrate con l'ambiente circostante il soggetto: appaiono pienamente concreti i luoghi e gli oggetti, la natura e l'atmosfera in cui le persone si trovavano nei momenti cruciali delle esperienze.
Gli episodi di incontro a questa età hanno l'aspetto di un semplice contatto o di una ripresa di contatto, e frequentemente la testimonianza emotiva che viene riferita è di piacevolezza e familiarità.
In alcuni casi invece gli alieni conducono manovre invasive sui soggetti, di cui in assoluto la più frequente riguarda il posizionamento di piccolissimi oggetti all'interno del cranio, utilizzando la narice destra come luogo di passaggio per il suo inserimento.
Nei ragazzi l'esperienza emotiva di incontro notturno è chiaramente divisa in due tempi. Il risveglio improvviso durante la notte è associato alla visione di un piccolo essere, che brilla di luce propria, ai piedi del letto o vicino a una sponda laterale. E' un risveglio che avviene nella paura, ogni volta come se si trattasse della prima volta, quindi si vede come già nel periodo di passaggio siano attivi meccanismi che tendono di volta in volta a cancellare l'esperienza.
Subito dopo la paura subentra un sentimento di familiarità, e il soggetto trova normale alzarsi dal letto e seguire l'alieno, in un viaggio di risalita verso l'aeronave. Il viaggio non è esente da stranezze, perché il soggetto non si ritrova a camminare: i piedi, le gambe, spesso le mani, in seguito a una sensazione di vibrazione, cominciano a diventare invisibili. Anche questo è uno degli aspetti che causano shock.
L'impressione che le persone hanno è quella di essere "trasportati" all'interno di un tunnel di luce, mentre il loro corpo va progressivamente incontro a una mutazione che consente loro di attraversare muri o finestre e di librarsi verso una meta che spesso non riescono a ricordare, ma che altrettanto spesso invece si rivela un ambiente sperimentato più volte.
Nell'età adulta il momento del contatto e del trasporto è completamente rimosso nella quasi totalità dei casi, così come il rientro dall'esperienza. Si potrebbe affermare che non esistano incontri ravvicinati di questo genere senza che vi sia un tempo mancante nella memoria di chi fa l'esperienza. In termini di tempo essa può durare una quindicina di minuti o diverse ore, ma il computo del tempo può essere molto complicato. La percezione che la persona ha può differire significativamente dal tempo che poi risulta essere trascorso sull'orologio, aprendo scenari di interpretazione sulla nostra percezione di tempo e spazio.
(quanto riportato NON E' frutto di riassunti tratti dalla letteratura specifica, ma conclusioni tratte dopo lavoro clinico di prima mano con i soggetti IR4)

Ci sono meccanismi naturali che giustificano la dimenticanza di accadimenti così straordinari?
Il luogo della memoria è quello della nostra storia conscia e inconscia, è il luogo degli affetti e quindi delle emozioni più intense, che rendono i ricordi collocabili e praticabili. Non esiste un luogo del cervello in cui risieda tutta la memoria di una persona: essa sembra sparsa, come se fosse composta da tanti pezzetti che, riuniti, completano un quadro.
La memoria a lungo termine viene suddivisa in vari tipi. Varrà ricordare che esistono la memoria esplicita e quella implicita, che necessitano del funzionamento di sistemi neurologici separati.
La memoria esplicita, dichiarativa, possiede un versante semantico - ossia la possibilità di attribuire un significato a una serie di eventi - che necessita dell'integrità della corteccia e di alcune strutture sottocorticali per richiamare l'esperienza alla mente.
Nella memoria implicita, non dichiarativa, sono immagazzinati elementi non coscienti, legati anche a esposizioni e stimoli subliminali, ed elementi che riguardano la vita emotiva e affettiva, tra cui possiamo elencare i traumi e i momenti vissuti ai limiti dell'esistenza, quali l'infanzia, la nascita e forse anche gli ultimi tempi della gestazione.
La rimozione - ossia il processo psichico e mentale con cui si camuffano o si nascondono i ricordi (perché troppo lontani o troppo spiacevoli) - comporta un movimento della memoria esplicita autobiografica. Le esperienze che si fanno influiscono sulla vita, indipendentemente dal fatto che siano o meno ricordate.
Esistono ricordi che normalmente non è possibile riportare alla memoria cosciente, ad esempio le immagini e le sensazioni relative ai primi mesi di vita. Tuttvia nella pratica analitica alcuni sogni possono indirizzare le persone a valutare con più precisione la presenza, il significato o il vissuto relativo a episodi della primissima infanzia. Vi sono diversi metodi per consentire l'emergere di vissuti che riguardano il periodo pre-verbale. Questo è l'ambito meno esplorabile con il lavoro psicologico verbale classico, poiché prima dell'acquisizione del linguaggio il nostro modo di memorizzare gli eventi non è composto da ricordi raccontabili. Nei primi anni di vita memorizziamo soprattutto sensazioni e gesti, nostri e altrui, ordinandoli come eventi simbolici nella memoria implicita. Perciò le tecniche che utilizzano il corpo come tramite per riscoprire sensazioni precoci, affiancati al tradizionale lavoro verbale e sui sogni, possono condurre a immersioni più complete nei contenuti affettivi precoci.
Il fatto che i primi IR avvengano a tre-quattro anni di vita comporta una sorta di adattamento, da parte del bambino, a questo tipo di realtà, che pure può essere vissuta come paurosa, soprattutto per la sua imprevedibilità. Adattamento da una parte e rimozione, causata dalla paura, dall'altra rendono questi incontri una sorta di sfondo mentale, di cui le persone sono coscienti e non coscienti a un tempo. Queste situazioni prevedono solo un relativo coinvolgimento del corpo (causa i fenomeni concomitanti che, come già accennato in due punti, producono un relativo distacco tra corpo e mente) e appartengono perciò al genere che più si presta a misinterpretazioni man mano che il tempo procede. In altre parole, le esperienze in cui l'aspetto psichico è più importante di quello fisico sono quelle che si prestano a rimozione più veloce. Negli IR4, in più, una parte consistente dell'esperienza è condotta attraverso l'uso di un altro "corpo", un aspetto ancora più "sottile" di quello psicologico, che coinvolge il campo energetico vitale dell'essere.
L'esperienza cosciente del campo energetico è abituale per relativamente poche persone. Per gli altri si tratta di una realtà decisamente troppo fuori dall'ordinario per essere "afferrata", memorizzata, resa cosciente mediante l'ausilio di riferimenti quotidiani più concreti. E' la sfuggevolezza degli aspetti degli IR4 che li condanna all'oblio.

Quali sono gli aspetti psicologici importanti che devono essere valutati nei soggetti IR4?
Nei casi tipici di IR4 le persone hanno l'impressione di aver sempre vissuto la loro vita contemporaneamente su due differenti dimensioni, che scorrono affiancate e che hanno punti di intersezione.
Poiché è evidente che la maggior parte delle persone che dispone di immaginazione e curiosità abbia una vita interiore ricca e costruttiva, oltreché tangibilmente creativa, si rende necessario intendere bene cosa significhi una vita su due dimensioni, perché la dimensione su cui si aprono gli IR4 è tutt'altro che immaginativa o fantascientifica, e cela a catena risposte e domande in uno scorrere - per ora - senza fine.

Gli IR4 potrebbero essere fenomeni di schizofrenia latente?
E' una domanda per nulla peregrina, perché è proprio la prima preoccupazione che coglie qualsiasi addetto ai lavori sulla psiche.
La schizofrenia è latente fino ai 13-15 anni, in seguito si manifesta pienamente (le patologie psicotiche che si manifestano più tardi non sono le classiche forme di schizofrenia). Gli schizofrenici, in seguito alle allucinazioni, delirano e si sganciano dalla realtà. Ciò significa che non possono impegnarsi nello studio, nel lavoro, non sono in grado di badare a se stessi, hanno un comportamento strano e progressivamente - ma comunque nel giro di pochi anni - vanno incontro a una disintegrazione della personalità.
Un professionista preparato non può fare a meno di distinguere una persona affetta da schizofrenia da una che non lo è.
Tra i deliri della schizofrenia esistono, naturalmente, anche quelli in cui si afferma di non avere genitori e di essere stati concepiti in provetta nello spazio; o di vedere gli esseri più strani - tenendo presente che la megalomania, cioè il desiderio di apparire importanti, è comune nella schizofrenia. Tuttavia i disturbi presenti sono notevoli, e non possono passare inosservati.
Nelle persone che testimoniano gli IR4 è giocoforza, per uno psichiatra, cercare di capire se vi siano disturbi di personalità e, se ci sono, si accantona l'ipotesi di contatti con altre forme di vita.
E' stato più volte affermato da John Mack che i soggetti IR4 sono persone assolutamente normali, per nulla patologiche. A mio parere questo ha spesso portato a sottovalutare la potenza del trauma a cui sono state sottoposte. E' necessario fare un distinguo preciso tra il fatto che le persone abbiano dei disturbi psicologici prima della scoperta dei loro IR4 e il disturbo che può prendere piede dopo l'emergere dei primi ricordi.
In un recente caso italiano di contatto visivo con un'enorme aeronave, calatasi a distanza ravvicinatissima sul testimone, mesi dopo è ancora evidente - tramite un test particolare - l'effetto disgregante del trauma, anche se la persona in questione conduce una vita ad un buon livello di integrazione sociale e psicologica, sia pure con numerose domande in più tra i suoi pensieri.
Gli abituali testimoni IR4 non hanno una condizione differente da questa appena descritta. Sono persone che conducono una vita apparentemente ben delineata, ma questo non significa che possano essere a loro volta traumatizzate da un approccio disintegratore da parte di chi deve occuparsi di loro. Fare dei test presentando all'improvviso la sagoma di un "grigio", giocare con l'ipnosi mettendo i soggetti in condizioni di non ricordare ciò che dicono, formulare diagnosi di rapimento che inchiodano le persone in una situazione di impotenza - e quindi di dipendenza da chi li sta trattando - sono veri e propri atti terroristici mirati a replicare lo stesso atteggiamento che gli alieni hanno verso di loro, rendendo certamente senza valore e confusi i dati estratti con tanta violenza.
Un testimone IR4 accertato è una persona che ha necessità di un cammino attentamente accompagnato dentro la sua paura, dentro il timore di essere matto, dentro il fatto di dover affrontare l'incredulità di chi lo circonda, dentro questioni che riguardano la manipolazione genetica e che sono le questioni grandemente a rischio, che più d'ogni altra fanno perdere il senso di identità personale, di appartenenza a un luogo, a una famiglia, a una razza. Sorvolare su questo aspetto significa impedirsi di conoscere meglio cosa stia in realtà avvenendo. Solo i ricercatori che hanno avuto questa pazienza sono riusciti a tramandarci una letteratura di qualità sull'argomento.


Quali sono le ipotesi di partenza con cui si può elaborare un approccio ai ricordi di IR4?

Uno dei punti spinosissimi, che rendono difficile un vero intervento su questi soggetti, è che gli IR4 cominciano durante la prima infanzia, in un'epoca variabile dai due ai quattro anni di età. Questo fatto apre un cantiere di domande e risposte, a cui si devono legare i metodi di approccio.
Si tende in genere a trattare gli IR4 come improvvise variabili che sconvolgono l'andamento della vita dei soggetti interessati, e a ricondurre il trauma che ne deriva al ricordo di essere trasportati lontano dai luoghi familiari o al contatto visivo con gli alieni. E' vero che la maggior parte delle persone coinvolte comincia a ricordare alcune scene di questi incontri solo in età adulta, e che quindi è lì che improvvisamente la loro vita cambia aspetto. E' necessario invece tenere presente che il trauma è connaturato, mischiato e integrato nella natura stessa dell'evento IR4, poiché l'inizio è da far risalire, appunto, almeno all'infanzia.
I bambini - soprattutto i piccoli - hanno percezioni molto nitide. Gli autori che hanno teorizzato gli aspetti mentali del periodo successivo alla nascita si sono basati su ricerche molto interessanti.
Contrariamente a quanto diffuso dalla psicoanalisi e dalla scuola di Melania Klein (1), solo in alcuni casi di interruzione dei normali processi di sviluppo della personalità i bambini ricorrono a proiezioni - cioè deformazioni degli avvenimenti emotivi - basate sulle esperienze con la madre nel primo anno di vita. L'errore fu di voler piegare lo sviluppo normale dei bambini alle tappe desunte dalla patologia.
La particolare visione di Daniel Stern - uno psicologo svizzero (2) - ha messo l'accento su quanto il bambino usi il suo senso di individualità fin dai primi istanti della vita. Il bambino normale al di sotto del primo anno di età dimostra sempre una perfetta capacità di esame della realtà e un altissimo grado di precisione nella percezione fin dai primi giorni dell'esistenza. I neonati sono precisi nel ricercare le sensazioni e le percezioni che preferiscono. Già dai primi giorni di vita compaiono i segni precoci di una sensibilità interattiva: il neonato sembra copiare l'espressione del volto di chi lo guarda e pare osservare, E per quanto riguarda la coordinazione delle percezioni, basti ricordare un esperimento in cui neonati di due settimane venivano posti di fronte a due schermi con scene differenti, mentre nell'ambiente erano diffusi i rumori relativi a uno solo dei filmati: i piccoli, dopo alcuni passaggi con lo sguardo tra il primo e il secondo filmato, fissavano definitivamente l'attenzione su quello in cui i movimenti corrispondevano effettivamente al ritmo del rumore diffuso.
Tutto questo serve a conferirci la possibilità di immaginare che le prime esperienze con gli alieni - ossia le esperienze avvenute in età precoce - siano conservate nella memoria dei soggetti con estrema precisione, non deformate da paure e dagli adeguamenti sociali che si instaurano negli anni successivi all'infanzia. E' nell'area dei ricordi infantili, quindi, che la regressione ipnotica potrebbe trovare il massimo della sua applicazione nelle ricerche sui soggetti IR4.
Man mano che il tempo procede, e la spinta sociale induce i bambini e poi i ragazzi e gli adulti a cancellare dalle coordinate del loro presente la "vita parallela" nascosta, ai ricordi di IR4 si addossano anche tutti i processi emotivi legati alla rimozione. Il risultato è che, senza l'instaurazione di un processo analitico (peraltro indispensabile, data la potenza di tale tipo di trauma) non è possibile scollare le emozioni dai fatti accaduti, andando così ad allontanarsi la possibilità di accedere a una realtà almeno parzialmente oggettiva a favore di una realtà inevitabilmente soggettiva. Ciò non solo rende le persone molto instabili di fronte a stimoli svariati e apparentemente insulsi (ma che a loro ricordano momenti degli IR4), ma impedisce al ricercatore serio l'analisi di dati "puliti" che possano condurre finalmente gli studi al di là delle mere ipotesi mai verificabili.
Dall'infanzia in poi le due "vite" affiancate dei soggetti IR4 non scorrono affatto parallele: esse divergono, ed è proprio a causa del gap, dell'abisso che si crea tra un aspetto e l'altro della loro realtà quotidiana che improvvisamente, un mattino, sobbalzano di fronte a una visione che squarcia quel muro di silenzio accordato agli alieni. Quel momento improvviso è il risultato di molti momenti improvvisi ma - non dimentichiamolo - in qualche modo accettati, acconsentiti, desiderati.
(1) - H. Segal - "Introduzione all'opera di Melanie Klein" - Ed. Martinelli, 1964
(2) - D. Stern - "Il mondo interpersonale del bambino" - Ed. Bollati Boringhieri, 1985


Gli IR4 potrebbero essere una nuova forma di espressione psichica dell'Uomo?
E' ingenuo pensare che la base per gli eventi IR4 sia rappresentata da un fenomeno psicologico di natura ignota. Significa ridurre gli sforzi che l'essere umano compie per ampliare la coscienza a semplici salti nel buio, dove allora il passaggio a un etichettamento patologico è necessario perché una realtà sia riconosciuta come "veramente vera".
Piuttosto, è necessario inquadrare l'incontro cosciente con gli alieni in rapporto allo sviluppo psicologico che l'essere umano in toto ha raggiunto.
L'inconscio è una fortezza ricca di ogni risorsa. In esso giacciono le risposte a domande non ancora poste. In esso giacciono le risposte che gli uomini si sono dati nel corso del tempo e della storia: risposte all'apparenza inaccessibili, ma pronte a svelarsi al giusto richiamo. Nell'inconscio si sono trovate fino a ora tutte le soluzioni necessarie alla nostra evoluzione. Potrebbero, queste grigie figure aliene, essere un'immagine che l'inconscio ci porta, un'immagine nuova? Sì, potrebbe essere, ma è improbabile.
Chi segue o ha seguito un logico processo di analisi dei propri meccanismi psichici sa che, al momento giusto, la realtà pone novità da affrontare, novità adeguate ai diversi livelli di coscienza via via raggiunti.
La coscienza di esistenze diverse dalla nostra potrebbe essere l'ennesima esperienza che il genere umano si trova ad affrontare, un'esperienza adeguata agli attuali livelli di consapevolezza. In questo caso, ci viene richiesto un adeguamento straordinario.
Jung affermò che "tutte le cose soggette alla nostra esperienza sono sottoposte alla gravitazione con un'unica grande eccezione: la psiche. Essa è addirittura l'esperienza stessa dell'antigravità".
Affermava questo in virtù della capacità della psiche di relativizzare lo spazio e il tempo.
Gli alieni relativizzano il nostro spazio e il nostro tempo.
A questo punto sarebbe bidimensionale dire che alieni e psiche sono la stessa cosa: così facendo, ci troveremmo in un sistema di pensiero chiuso. La possibilità di muoversi dentro questo gioco di specchi sta nel "trattare" gli alieni come si tratta la psiche, NON di scambiarli l'uno per l'altro.
Se è vero - come credo sia vero - che i maggior autori sullo scenario degli IR4, le entità definite "grigi", sono entità dannose per la nostra specie (per la quale assumono, comunque, valenza di contrappasso per molti aspetti), è ampliando il nostro sistema di oltrepassamento dello spazio e del tempo che potremo fronteggiarli.
Sono quindi essi una sfida o un compito? Entrambi, credo.
Se ora diamo per convincente il fatto che il fenomeno alieno debba essere trattato come si tratta la psiche, comincerei a guardare con sospetto chi propone di sottoporre i soggetti IR4 a "batterie di test". I test sono una metodica usata per aiutare gli operatori della psiche alle prime armi o - in rari casi, nel lavoro con i bambini - quando ci siano ipotesi da confermare. Con questo non sto asserendo che i test non abbiano un loro valido campo di applicazione, ma introdurrei il concetto dell'importanza e della prevalenza di una buona relazione empatica tra il terapeuta e la persona che fa un lavoro sulla sua propria storia, piuttosto che dei risultati statisticamente comparati provenienti da un test. L'esperienza, la pazienza, l'intuito, la conoscenza, la calma, la disponibilità nei confronti dell'altro e delle sue esperienze, sono la base di qualsiasi processo di approfondimento per ogni enigma da indagare che coinvolga la psiche. Illudersi che le batterie di test possano farci raggiungere informazioni di qualità sulla salute, sull'onestà e sulle intenzioni di chi vi è sottoposto è perseguire un approccio da fast-food. Va affermata instancabilmente la necessità di un lungo contatto con queste persone, di una conoscenza molto approfondita, necessaria a stabilire l'atmosfera adatta all'emergere non solo di ricordi, ma soprattutto delle associazioni mentali - del tutto peculiari - che queste persone sono in grado di fare; associazioni indispensabili non solo a ricostruire la "vita parallela" nascosta, ma soprattutto a rendere tangibile l'ampliamento di coscienza che questi soggetti hanno - effetto che merita un'attenzione particolare.

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