Il tema degli "impianti", lungi dall'essere una scoperta dell'ultima ora di Derrel Sims, era già noto allo stesso Hynek negli ultimi anni della sua vita. Quanto leggerete è il resoconto drammatico del rapito Charles Hickson, protagonista --esattamente nell'ottobre di trent'anni orsono -- di uno dei più straordinari casi di IR4 a livello mondiale: Il Caso Pascagoula.
Ringrazio ancora personalmente l'amico Antonio Huneuus (MUFON, USA) per avermi trasmesso questo importantissimo documento.

Gianfranco Degli Esposti

Dopo la paura
Il memorandum di Charles Hickson

Da una conferenza tenuta a Biloxi, Mississipi, il 23 Marzo 1991

Incontri del quarto tipo"Calvin e io ci recammo nell'ufficio dello sceriffo per fare il resoconto completo di quanto c'era accaduto (…). Gli agenti decisero quindi di collocarci in due stanze separate, ove presero a interrogarci, non ricordo bene per quanto tempo. Lo sceriffo ci promise che non ci sarebbe stata alcuna pubblicità dell'episodio, e che avrebbe cercato di rendere edotte le autorità di quanto noi gli avevamo riferito, se solo fosse stato in grado di figurarsi quali queste ultime potevano essere.
Tornai a casa quella mattina; era da poco trascorsa la mezzanotte: sentivo che non potevo dormire, ma che in ogni modo avevo un dovere cui far fronte, nei confronti della ditta per la quale lavoravo in qualità di caporeparto di cantiere.
Dopo avere preso un caffè, mi recai al lavoro, come del resto fece anche Calvin; ma giunto al cantiere, come fui davanti alla mia squadra, dovetti precipitarmi nel mio ufficio, in quanto stava suonando il telefono: era un cronista di Jackson, Mississippi, che voleva sapere che cosa fosse capitato a me e a Calvin la notte precedente. Di lì a un po' il telefono riprese a squillare: questa volta era di nuovo lo sceriffo, che voleva sapere se noi si potesse tornare da lui, in quanto in quel momento una folla di giornalisti stava assediando il suo ufficio, compromettendone il lavoro. Egli volle in ogni caso assicurarmi che non avrebbe reso loro note le informazioni da noi ottenute …
Giunti sul posto, parlammo con alcuni dei cronisti convenuti. Da essi appresi che stavano arrivando il dr. Harder ed il dr. Hynek, da Chicago, per ascoltare la nostra storia. Fummo posti sotto ipnosi dal dr. Harder, il quale convenne che qualcosa dovesse effettivamente essere accaduto quel giorno, sulle rive del Pascagoula …

Cominciai dal canto mio a pensare che Calvin e io si potesse essere stati in qualche modo contaminati dall'oggetto o da quelle cose, e confessai loro questo mio timore. I due inquirenti decisero pertanto di portarci al vicino ospedale Singer River, per effettuare adeguate analisi; appreso tuttavia che tale struttura non disponeva delle idonee attrezzature, atte a rilevare presenza di radioattività, fummo trasportati alla base aerea di Keesler, a Biloxi, dove trovammo ad attenderci la Militar Police al cancello d'ingresso, che ci caricò a bordo di una jeep. Constatammo che l'intera area circostante era stata evacuata per l'occasione.
Fummo quindi condotti all'interno di una struttura provvista di schermi e di indumenti di protezione, dove subito iniziarono i controlli su di noi: i militari ci dissero che Calvin evidenziava alcune tracce di radioattività, mentre in me non ne era stata individuata alcuna. Terminate le analisi, essi ci chiesero di presenziare a un meeting di ufficiali della base, i quali mostrarono un estremo interesse per la nostra esperienza -- ebbi per l'occasione la distinta impressione che essi avessero una certa familiarità con vicende di quel tipo! I militari non ci concedettero di ottenere una copia della trascrizione della deposizione da noi resa. Tuttavia, in un secondo tempo, potei venirne in possesso: si trattava di un testo di complessive 17 pagine.
Nel periodo che immediatamente seguì la drammatica esperienza del nostro rapimento, la vita era divenuta un vero e proprio incubo per me: non riuscivo a dormire, faticavo a mangiare e avevo persino paura di uscire di casa. Non volevo saperne di trovarmi da solo là fuori, e Calvin era nel mio stesso stato d'animo …
Ma qualche mese dopo, nel febbraio del '74, avevo nuovamente riconquistato il piacere di vivere: ora potevo uscire di casa e mescolarmi alla gente senz'alcun problema; essendo un appassionato di pesca e di scenari naturali, ebbi modo di conoscere il proprietario di una vasta azienda forestale di agriturismo con diversi laghi e una variegata fauna. Sentii il desiderio di visitare quanto prima quel posto, e mi misi in viaggio. Raggiuntolo, mi inoltrai nella riserva, quando d'un tratto vidi lo stesso oggetto che quella sera dell'ottobre dell'anno precedente aveva "prelevato" Calvin e me: la "cosa" si stava apprestando ad atterrare nei pressi di un'area aperta. Mentre stavo osservandone le manovre, in preda alla più profonda costernazione, percepii distintamente un messaggio: innanzi tutto "loro" volevano rassicurarmi che non avevano alcuna intenzione di farci del male, quando ci avevano presi a bordo dell'astronave; inoltre mi comunicarono che ci sarebbe stato un altro luogo e un altro tempo nel quale essi sarebbero stati in contatto con me.
Dapprima ovviamente questa seconda avventura mi spaventò non poco: tornai subito a casa (n.d.G.D.E.: Hickson prende qui a parlare del conforto trovato nella propria famiglia, nei figli e negli amici, per superare i postumi della propria drammatica esperienza), ma in ogni caso da quel giorno quegli esseri, o meglio gli esseri che controllavano quei robot, sono stati periodicamente in contatto con me. Preciso che personalmente non dispongo di alcun mezzo o modo per entrare in contatto con essi; sono "loro" a contattare me.

Durante gli ultimi anni della sua vita, il dr. Hynek mi parlò dell'eventualità che io potessi avere un misterioso impianto in corpo, attraverso il quale i miei sequestratori riuscirebbero a rintracciarmi in qualsiasi momento lo desiderino. Provai un'incredibile paura di fronte a questo argomento! Lo stesso ho avuto modo di sentire da parte di diversi scienziati, di ogni parte del Paese: essi non hanno la benché minima idea di come individuare questi congegni, per cui quand'anche ce ne finisse casualmente uno fra le mani, non saremmo in grado di comprendere alcunché della sua natura.
Mi trovai quindi costretto a convivere con la paura che tale "prospettiva" dell'impianto nel corpo mi aveva trasmesso.
Con l'ipnosi regressiva ricordai di avere visto, dietro una finestra dell'UFO della riserva, degli esseri dall'aspetto in tutto simile al nostro; è senz'altro possibile che esistano innumerevoli mondi e forme di vita nell'universo, ma, ripeto, quegli esseri erano esattamente identici a noi!
Fu così che trascorsero i primi mesi del '74. Una notte del maggio di quell'anno, poco dopo le 24, mentre stavamo rientrando da una visita che avevamo fatto ai miei genitori, comparve un oggetto, che prese a seguire la nostra auto per un lungo percorso. D'un tratto, esso ci superò e, aggirandoci con una brusca manovra, tentò di atterrare proprio di fronte a noi: aiutai mio genero, al volante, a fermare la vettura; mia moglie venne colta da una crisi isterica, mentre la nostra bambina, svegliatasi, prese a gridare. Cercai di precipitarmi fuori della macchina, convinto che quella fosse la vera chance per potere incontrare finalmente i misteriosi occupanti dell'UFO -- che nel frattempo aveva preso terra su di un fondo vicino. L'oggetto presentava una fila di finestrini che ne percorrevano la circonferenza; dietro di esso ora distinguevo le sagome degli esseri a bordo. Ma mia moglie mi trattenne, e prese a supplicare, urlando terrorizzata, nostro genero perché rimettesse l'auto in moto e fuggissimo, cosa ch'egli fece. Egli voleva chiamare la polizia in nostro soccorso, ma io gli dissi che non ve n'era alcun bisogno. A seguito di quell'esperienza, l'intera mia famiglia poté pertanto convincersi della realtà di quanto a suo tempo era capitato a me e a Calvin.
(n.d.G.D.E.: ora Hickson parla della terribile minaccia rappresentata dall'energia nucleare e dalla possibilità di un conflitto con la Russia che avrebbe potuto cancellare l'intera civiltà umana dalla faccia della Terra, sino a non molto tempo prima; parla quindi dell'energia libera che muove i pianeti) … "essi" non possono stare tranquillamente a osservare l'Uomo che deliberatamente innesta una pericolosissima reazione a catena sulla Terra, in grado di coinvolgere anche il loro mondo: ecco perché vengono da noi!
(n.d.G.D.E.: parla di come antiche civiltà si siano distrutte, esattamente come stiamo rischiando di fare noi ora con la nostra). Non molto tempo fa dissi che il comunismo sarebbe scomparso, e che lo stesso sarebbe stato per l'incubo nucleare. La maggior parte di quelle minacce fa parte del passato, e noi stiamo andando nella giusta direzione.
L'anno 1992 sarà l'anno del contatto: trenta uomini avranno aperti contatti con entità aliene, dopodiché non regnerà più alcun dubbio sulla realtà extraterrestre nella mente di chicchessia, in quanto avremo la prova concreta della loro esistenza. Ma "loro" non intendono minimamente interferire con i nostri problemi: tocca a noi risolverli! Semplicemente dobbiamo ricordarci che non possiamo mettere a rischio con il nostro comportamento il loro mondo. Non ce lo permetterebbero!
"Loro" continuano i loro contatti con me: so che parecchi non mi credono, ma questa è la realtà che accompagnerà la mia esistenza sino all'ultimo giorno. Piaccia o no, vi è un mondo là fuori, popolato da esseri in grado di contattare l'Uomo a proprio piacimento. Da essi ho appreso tante cose, poi effettivamente verificatesi. Non pretendo affatto di passare per un medium o qualcosa di simile…
Dopo il 1992 tutti i dubbi circa le visite di esseri intelligenti provenienti da altri pianeti saranno spazzati via. E sappiate che "loro" sono in contatto con i leader del nostro Paese, esattamente come lo sono con quelli della Russia. Sentiamo ora il nostro Presidente parlare del New World Order: questa è la strada da seguire, in quanto ciò è l'ordine di cui necessitiamo: fermare definitivamente le guerre e salvare il nostro ambiente profondamente inquinato.

(G. Degli Esposti, "Incontri del quarto tipo", Firenze, Editoriale Olimpia, 2003)

Traduzione dall'inglese di Gianfranco Degli Esposti

Autorizzazione alla pubblicazione concessa dall'Editore

 

 

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